CHI E’?
” Di tutte le creature di Dio ce n’è una sola che non può essere resa schiava dalla frusta. Questa creatura è il gatto. Se si potesse incrociare l’uomo con il gatto, si migliorerebbe l’uno ma si peggiorerebbe l’altro “. Mark Twain
Sia il gatto domestico che quello selvatico appartengono ad un’unica specie: Felis silvestris. Il gatto ha iniziato ad essere addomesticato dall’uomo circa 10000 anni fa, ma è in Egitto (1600 a.C.) che esso inizia a trovare una sua collocazione precisa e costante nell’abitazione dell’uomo, tanto da essere considerato un animale sacro (dea Bastet, 700 a.C.)
Col passare dei secoli il gatto si diffonde nei Paesi arabi, in India, in Cina, in Europa, in Giappone, in Australia e in Nuova Zelanda.
Durante il Medioevo subisce una vera e propria persecuzione: con l’avvento del Cristianesimo diventa “l’emanazione del demonio” e viene cacciato, torturato ed ucciso.
Solo nel Rinascimento torna in auge e, da allora salvo brevissimi periodi, resta stabilmente accanto all’uomo.
Dal 1800 in poi vengono selezionate le razze moderne che vengono classificate in base alla lunghezza e alla colorazione del pelo.
E’ molto interessante notare che il gatto non ha subito modificazioni né fisiche né comportamentali a causa della domesticazione, tanto che le differenze tra gatto domestico e gatto selvatico sono minime.
AMBIENTE
Come deve essere l’ambiente di vita del gatto?
Le caratteristiche dell’ambiente in cui il gatto vive hanno delle ripercussioni significative sul suo benessere. Per prima cosa è molto importante che il gatto possa avere una sorta di controllo su di esso: sono indispensabili contatti regolari con i gatti e con le persone della famiglia e una routine giornaliera.
E’ importante che abbia spazio a disposizione dentro la casa e questo spazio sia organizzato secondo le sue caratteristiche etologiche: devono essere previste mensole appese al muro (terza dimensione), le ciotole (acqua e cibo) devono essere in stanze diverse da quella in cui abbiamo posizionato la cassettina per le deiezioni e devono essere posizionate sia a terra che in luoghi rialzati e in numero pari al numero dei gatti aumentate di uno.
Devono essere previste zone di riposo confortevoli e in posizione rialzata, tiragraffi (magari a più piani e collocati nei pressi delle porte di accesso alle stanze), nonché stimoli odorosi (erba gatta, catnip) e oggetti che stimolino la curiosità e il gioco.
PROBLEMI E PATOLOGIE COMPORTAMENTALI
Quando i gatti sono costretti a vivere in ambienti non realizzati a loro misura, o sovraffollati, o in cui la routine giornaliera non esiste, vanno incontro a stress. Nella migliore delle ipotesi lo stress si manifesta con problemi comportamentali che si diversificano da gatto a gatto in base alle caratteristiche caratteriali, all’età e ad altri fattori. Tendenza a rimanere nascosto, aumento della frequenza e dell’intensità dei comportamenti aggressivi diretti verso le persone e/o i gatti della famiglia, aumento dello stato di allerta con conseguente diminuzione delle ore di sonno, riduzione dell’attività di gioco, uso scorretto della cassettina per le deiezioni sono le alterazioni comportamentali più frequenti.
Se le cause che hanno originato la comparsa dei problemi comportamentali non vengono rimosse in poco tempo, è molto probabile che si assista ad una evoluzione del problema comportamentale in patologia comportamentale. Le più frequenti patologie sono l’ansia, le fobie e i disturbi compulsivi; la cura di queste patologie necessita dell’intervento del Veterinario comportamentalista, il quale saprà effettuare una diagnosi precisa e adottare le terapie comportamentali e farmacologica più adatte